Le «Stimate» dal 1614 al 1816

Note di storia fino a S. Gaspare Bertoni
Nel 1614 si costituisce la confraternita laicale delle Stimmate di S. Francesco, nella chiesetta di S. Caterina, presso la parrocchia d’Ognissanti in Corso Porta Palio (ora adibita ad uso privato).

La confraternita, in brevi anni, si sviluppa tanto da richiedere un ambiente più ampio. Così, grazie all’offerta di Caterina Cipolla, che dona un fondo con alcune casette, in Cittadella, si poté far sorgere una chiesa più grande.

“Verificato che il luogo era remoto dalle piazze, dalle fortezze e dalle polveriere, fuori dagli strepiti e lontano dal concorso popolare, ottennero quei buoni confratelli il consenso della Repubblica e principiarono ad erigere la chiesuola intitolata alle SS. Stimate di S. Francesco” (Pighi, 1922).

Nel 1624, ultimata la fabbricazione della chiesa, la confraternita si trasferisce da S. Caterina alla chiesa in Cittadella. Accanto alla chiesa i confratelli erigono un Oratorio, detto della Concezione, ove si dedicano all’insegnamento della dottrina cristiana ai fanciulli. L’Oratorio è detto anche dei “putti” a causa della pala dell’altare (di Giovanni Battista Amigazzi, 1649), che raffigura la Vergine Immacolata circondata da Angioletti.

Qualche anno dopo (1654) Angela M. Ventura Ferrazzi del SS. Sacramento, fondatrice a Venezia del conservatorio di S. Teresa (le Terese) giunge a Verona con tre compagne e ottiene dalla stessa benefattrice alcune casette non lontane dalle Stimmate per costruirvi un convento. Le monache, completano poi la costruzione della chiesa di S. Teresa, in stile barocco settecentesco, su disegno di L. Perini. Sull’altare maggiore pongono la pala della B. Vergine con S. Giuseppe, S. Anna e S. Teresa di A. Balestra (1666 -1740).

All’inizio dell’800, con l’applicazione a Verona del decreto napoleonico del 25 aprile 1806 di soppressione delle confraternite, scompare anche quella delle Stimmate; pure le monache di S. Teresa dovettero ben presto abbandonare il convento.

La chiesa delle Stimmate rischiava d’essere trasformata in bettola, se il ven. sacerdote Pietro Leonardi non avesse persuaso il buon mugnaio Giuseppe Bellotti ad acquistarla. Lo stesso Bellotti acquistò pure chiesa, convento e orto del soppresso convento di S. Teresa per collocarvi delle ex monache, che continuassero le scuole di carità iniziate dalle sorelle Raimondi.

Per breve tempo i francesi occupano il pian terreno del convento delle Terese alloggiandovi i soldati che usavano la chiesa delle Stimate per officina di riparazione dei carriaggi francesi. Ma ben presto gli Austriaci ripresero Verona.

Nel giugno del 1815 il Bellotti, avendo riparato il coro e la sacrestia delle Stimmate ottenne dal governo austriaco di potervi aprire una scuola di carità per fanciulli poveri. All’apertura della scuola “la prima mattina ne ebbe diciotto”.

A soli 31 anni, però, il buono e munifico mugnaio Giuseppe Bellotti moriva lasciando in legato a d. Nicola Galvani, tra l’altro, le Stimmate ed il monastero di S. Teresa. Il Galvani, già anziano, trasmise le Stimmate e altre proprietà ricevute dal Bellotti al Bertoni, perché desse continuità all’attività appena iniziata.